Sì, lo so che guardando il titolo sembra che io abbia premuto dei tasti a caso sulla tastiera, ma non è affatto così.
Probabilmente in pochi ne avrete mai sentito parlare ma, quella strana parola, non rappresenta altro che una sequenza di simboli fonetici dell’alfabeto hiragana.
Che sono poi questi: へのへのもへじ
Ma cosa c’è di particolare in questi simboli?
Da un’usanza nata presumibilmente nelle scuole, posizionando quei simboli in modo particolare su un foglio è possibile ottenere un buffo volto umano.
Nello specifico abbiamo i 2 の (no) a formare gli occhi, con le rispettive sopracciglia disegnate da 2 へ (he). Il naso è fatto con un も (mo), mentre la bocca è semplicemente un altro へ (he) di dimensioni più grandi. Infine abbiamo un enorme じ (ji) che serve a delineare il volto e dove il dakuten (il simbolo dei due trattini che distinguono lo し-shi dal じ-ji) fanno le veci dell’orecchio.
Col tempo questa rappresentazione di volto è diventata molto popolare e comune, dando vita anche a diverse varianti di espressioni (sostituendo alcuni ideogrammi).
I luoghi dove è molto comune trovare questo volto disegnato sono i teruterubozu e i kakashi.
I primi sono i famosi fantasmini di stoffa che si appendono fuori dalla finestra per scongiurare la pioggia, mentre i secondo sono gli spaventapasseri.
Nel negozio del Tanuki è possibile trovare un originale bento box con protagonista il buffo faccione in hiragana. La caratteristica di questo design è quella di riuscire ad unire perfettamente la sobrietà di un bento dallo stile elegante, al lato più buffo e kawaii per chi conosce il significato di quei simboli.