Il Manekineko (招き猫) è una delle immagini simbolo più comuni che si associano al Giappone. Anche se magari molti non ne conoscono il nome, tutti conoscono questa famosa statuetta del gatto portafortuna con la zampina alzata. Ma in quanti ne conoscono il significato e da dove nasce questa leggenda? Continuando a leggere, potrete presto scoprilo.
Ma partiamo dal nome: Questo deriva dall’associazione dei termini maneki 招き (invito) e neko 猫 (gatto). La traduzione risulta quindi essere: Gatto che invita. Il gesto fatto con la zampina alzata, che in molti confondono con un saluto, è infatti un cenno di richiamo che rimanda a diversi racconti e leggende tradizionali da cui è nato il mito di questa statuetta.
Le origini della leggenda
Tra le storie che sembrano aver dato origine alla leggenda del manekineko, la più famosa risale sicuramente al periodo Edo. Siamo nella periferia di Tokyo, nella zona di Setagaya per la precisione, dove un umile monaco vive in condizione di povertà in un piccolo tempio malandato. Nonostante la vita fatta di stenti, il monaco non faceva mai mancare il cibo al suo fedele compagno felino che amava e curava come fosse un figlio.
In una giornata tempestosa, un ricco signore feudale di trovo a passare nei pressi del tempio e notando la pioggia scrosciante cadere sempre più intensamente decise di trovare riparo sotto un grosso albero. Mentre attendeva che la pioggia si placasse, notò il gatto seduto di fronte alla porta del tempio che, nei suoi tipici gesti felini, sembrava fare un cenno con la zampina, come se lo stesse invitando ad avvicinarsi. Incuriosito dalla cosa decise di avvicinarsi al gatto e proprio in quel momento, un fulmine colpì l’albero alle sue spalle, sotto il quale si stava riparando poco prima. Il facoltoso signore interpretò il gesto come un tentativo del gatto di salvargli la vista e decise quindi, in segno di gratitudine, di donare al monaco parte dei suoi averi, portando prosperità al tempio.
Esistono altre varianti della storia con samurai in cerca di riposo durante i viaggi ma tutte con l’elemento comune del gatto che invitava i viandanti a trovare ristoro.
Per questo motivo, i messaggi che il manekineko trasmette sono: Nel caso dei passanti, un invito ad accomodarsi e trovare ciò di cui hanno bisogno; mentre, per chi ospita, la speranza di avere maggiore prosperità.
Una piccola curiosità è che il tempio della leggenda, il Gotokuji (大谿山 豪徳寺) di Setagaya, è ancora oggi molto famoso e meta di visite turistiche per via delle centinaia di statuette di manekineko che richiamano la leggenda.
Forma e accessori del manekineko
Il Manekineko, nella sua forma più tradizionale, si presenta come una gattino di razza calico (ovvero bianco con le chiazze rosse e nere), seduto e con la zampina sinistra sollevata. Altri elementi tipici sono il collare rosso con campanellina (tipico accessorio usato per identificare i gatti delle famiglie benestanti nel periodo Edo) e una grossa moneta sotto la zampa destra, detta il Koban. In relazione a questa moneta ci sarebbe da aggiungere una piccola curiosità:
In Giappone, il nostro famoso detto “dare perle ai porci” è sostituito da “neko ni koban”, ovvero “dare l’oro al gatto”.
Versioni e colori
Come abbiamo visto, il significato del manekineko originale è quello di invitare genericamente la fortuna, trovando ciò di cui si ha bisogno. Nel tempo però si sono sviluppate delle varianti (in base alla posizione delle zampine e al colore del gatto) per veicolare dei messaggi più specifici.
La versione con la zampina sinistra alzata è oggi più comunemente considerato come simbolo di accoglienza o portafortuna per attirare clienti mentre, quello con la zampina destra, sembrerebbe portare salute e fortuna. Si dice anche che, in base a quanto sia alzata la zampa, maggiore sarà la fortuna portata o il raggio d’azione.
Per non farsi mancare nulla, esiste anche la versione con entrambe le zampine alzate, spesso associato alla protezione della casa e degli affari.
Oltre alla posa, esistono molte varianti di colore con interpretazione spesso non univoche. Le più comuni sono le seguenti:
- Calico: Il tradizionale associato alla fortuna perché associato alla rarità della razza.
- Bianco: Simbolo di purezza che porta positività e felicità.
- Oro: Come facilmente intuibile, la versione dorata porta ricchezza.
- Nero: Viene considerato un amuleto usato per scacciare gli spiriti maligni ma, secondo alcuni, si associa anche alla protezione dalle malattie. Si usa regalarlo in occasione di una nascita.
- Rosso: Secondo l’interpretazione più comune servirebbe per proteggere la salute dalle malattie ma secondo alcune interpretazioni è legata al successo in amore.
- Rosa: Probabilmente nata versione romantica specifica per portare l’amore, viste le duplici interpretazioni della versione rossa. Si regala spesso a San Valentino ma anche a natale o al compleanno.
- Blu: Essendo il colore dell’intelligenza nel Feng Shui, si associa al successo negli studi. Ma si dice che, migliorando la calma e la capacità di giudizio, aiuti nel trovare un buon lavoro e nella sicurezza stradale.
- Verde: E’ il colore Feng Shui che porta la pace nella mente e quindi è anch’esso associato al successo negli studi ma è anche simbolo di sicurezza; quindi è usato a protezione della famiglia, sicurezza domestica e nel traffico. Viene anche usato come regalo per la festa della mamma e del papà o come segno di rispetto per gli anziani.
- Viola: Sana longevità e successo. Consigliato per le inaugurazioni.
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